Biografia

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Rolando Toro Araneda nasce in Cile a Concepción il 19 aprile 1924. Figlio di Berta Inés Araneda Mendoza e Gregorio Toro Armstrong che diedero a Rolando 2 fratelli e 2 sorelle. Rolando si riteneva fortunato perché aveva avuto una bella infanzia e un padre allegro e creativo che dipingeva, suonava, cantava, e una madre connessa alla terra e alla praticità. Proviene da una famiglia di educatori in cui respirò concetti quali, l’importanza di essere amati e la sacralità della vita. Grazie alla loro educazione aperta, ma attenta nel seguire i figli, Rolando fin da bambino fortificò la gioia di vivere e le sue emozioni e questo fu l’inizio per poi, anni dopo, cominciare la ricerca sull’essere umano e la misteriosa danza delle relazioni affettive. Non fu un bambino facile e non si distinse a scuola, nonostante fosse un divoratore di libri. Animo inquieto dai comportamenti poco convenzionali prediligeva un apprendimento attraverso le sue proprie esperienze e questo non lo rese famoso in ambito accademico, ma aveva molti talenti e una predisposizione naturale per le materie umanistiche e scientifiche che usava far dialogare insieme. A 24 anni perde il padre e inizia la sua età adulta contraddistinta dai golpe politici sudamericani.
 
1943 si diplomò professore presso la prestigiosa Escuela Normalista Núñez di Santiago.
Fu docente primario per 10 anni in diverse scuole cilene e fu un insegnante ispirato e innovatore che credeva nel potere didattico della natura. Per lui, la montagna insegnava la connessione con la terra, la fertilità e la stabilità; la campagna era una classe aperta di armonia delle relazioni fra alberi, foglie, fiori, animali; il mare era una lezione cosmica, un enigma infinito nella cui profondità femminile, risiede il principio della vita.. Iniziano le gite con gli allievi nella natura e un’intensa esplorazione artistica. Prima di dipingere e disegnare li invitava alla contemplazione dei dettagli e a unirsi al paesaggio attraverso l’esperienza del contatto diretto con la natura e i suoi segreti. I lavori pittorici che ne derivarono furono di una espressività così matura, rispetto agli anni dei bambini che, nel 1953 l’artista Ludwig Zeller portò tutte le opere a Santiago per esporle alla Sala di Esposizione del Ministero dell’Educazione e alla Casa Centrale dell’Università del Cile. Poi fu la volta dell’artista Lilo Salberg che, folgorato dall’autenticità delle opere dei Bambini di Pocuro, organizzò una mostra itinerante. E successe qualcosa di incredibile, Pablo Neruda e Nemesio Antúnez comprarono alcune opere e da qui, la mostra dei Niños de Pocuro, provenienti da una piccola scuola rurale, divenne intercontinentale e raggiunse i Musei d’Arte Moderna di Amsterdam, Londra e Parigi. Nel giugno 1954 inaugura il primo Festival del Niño, che segnerà il giorno internazionale dell’infanzia. Le tematiche trattate furono l’abbandono, la denutrizione, le malattie, l’ignoranza, la corruzione, la guerra che i bambini subivano. Tematiche scientifiche e
psicosociali furono presentate in un modo che potrebbe definirsi ‘wagneriano’, esposizioni artistiche, spettacoli musicali e cinematografici, eseguiti da professionisti e dai bambini stessi, dialogavano tra arte e scienza. Era cominciata una nuova concezione e didattica pedagogica e il destino di Rolando come genio innovatore era già segnato. Citazione letterale “Estimo que no puede ser maestro el que no conoce ni siente lo primitivo, lo prístino de la vida”.
 
1960 Presso la Scuola di Educazione dell’Università di Concepción, su invito del decano Rolando Merino, iniziò dapprima un ciclo di conferenze sull’educazione.
 
1962 Inizia ad applicare nelle scuole dove insegnava una nuova pedagogia chiamata Educazione Biocentrica.
 
1965 Viene nominato docente al Centro Studi di Antropologia Medica della scuola di medicina dell’Università del Cile, diretto da Francisco Hoffman.
 
1966 Fu nominato Professore di Psicologia dell’arte e dell’espressione presso l’Istituto di Estetica dell’Università Cattolica del Cile.
 
1968-1973 iniziano le prime esperienze di danza terapeutica con gli ospiti dell’Ospedale Psichiatrico, diretto da Francisco Hoffman, che Rolando riteneva “persone uguali a noi solo con più problemi’’. I pazienti avevano un umore molto basso, da qui la necessità di rallegrarli e di creare un trait d’union fra pazienti e medici che a suo parere non riuscivano ad amare i malati. Ancora non sapeva che era iniziata una nuova terapia ‘per tutti’.
Iniziò una ricerca sulle diverse musiche ed esercizi di incontro e integrazione corporea che potessero sollevare l’umore endogeno, che costituiranno la matrice del futuro Sistema Biodanza.
Constatò che musiche dinamiche e ritmiche hanno un’azione sui pazienti psichiatrici calmante, al contrario delle musiche rilassanti. Diventò evidente per Rolando che la sensibilità e permeabilità dell’essere umano alla musica e al movimento, offrivano grandi possibilità nell’indurre il processo d’integrazione dell’identità.
La prassi scientifica e la poetica di Rolando diedero vita a un sistema di integrazione umana rivoluzionario che inizialmente chiamò Psicodanza.
Contemporaneamente applicò il modello di lavoro a persone con diversi quadri clinici e anche a persone senza patologie in atto. La sua casa diventa un laboratorio permanente e
transgenerazionale, per le sue ricerche sull’universo del suono nel sistema Psicodanza e gli effetti sull’evoluzione umana. Allora il suo intento era di eliminare le rigidità musicali, che spesso sono legate a rigidità caratteriali, per iniziare i partecipanti a interagire e godere di un più vasto universo sonoro che contemplasse l’ascolto di musiche di diversi luoghi ed epoche da quella blues a quella religiosa, dal samba alla classica così da sensibilizzare le persone alle diverse espressioni
musicali.
 
1970 Prima cattedra di Psicodanza all’Università Cattolica di Santiago del Cile dove, per la stessa università e per la sua curiosità di ricercatore, ha realizzato ricerche su espressione dell’inconscio, arte delle origini e sugli stati di espansione di coscienza a cui si appassionò sino alla fine.
Per 6 anni investigò sulla magia, potere e pericoli dell’acido lisergico, che iniziava a circolare in Cile e nel mondo, e i suoi effetti sulla creazione artistica. Molti furono gli artisti, i professori e i medici che collaborarono allo studio di ricerca, dallo stesso Rolando Toro come psicologo, al poeta Ludwig Zeller, alla scrittrice Isabel Allende per citarne alcuni, e i risultati furono pubblicati su diverse riviste dell’epoca.
 
1976 cambia il nome al suo sistema in quello che conosciamo oggi Biodanza ‘danza della vita’
 
1985 Si trasferisce in Brasile e fonda il primo Istituto privato di Biodanza. Lavorò con malati psichiatrici all’Hospital Juqueri di San Paolo e con donne mastectomizzate all’Hospital del Radio.
 
1990 Migrò in Italia dove lavorò con malati di Parkinson e Alzheimer a Varese e Chiasso. Creò diverse scuole di formazione in Biodanza in tutta Italia. Ha vissuto a Milano, Como, Argegno. La sua casa di Argegno è ancora meta annuale di commemorazione per il suo compleanno, il 19 aprile.
Rolando Toro Araneda fonda la sua prima scuola europea di formazione nella Svizzera Francese, il Centro Studi Biodanza Sistema Rolando Toro Araneda, abbreviata Scuola Modello Scuolatoro.
 
1991 Fonda la seconda Scuola Europea di Formazione in Italia a Milano, e la denomina Scuola Modello.
 
1997 Ritornò a Santiago del Cile continuando a guidare i centri e le scuole di formazione con sedi in Europa, America Latina, Stati Uniti, Canada, Sud Africa, Giappone.
 
2001 Fu proposto candidato al Premio Nobel per la Pace, per il suo lavoro di Biodanza e Educazione Biocentrica, dalla Casa de Las Americas in Spagna, ma non lo ottenne.
 
2006 Riceve la nomina di Dottore Honoris Causa dall’Università Federale di Paraiba in Brasile.
Nel corso della sua vita Rolando Toro Araneda ha pubblicato libri di poesia e psicoterapia e ha avuto una vita ricca di mogli, figli e amici e di noi suoi figli di Biodanza del mondo.
Come pittore ha esposto in Sud America e in Europa. Ha vissuto in Cile, Brasile, Argentina, Svizzera e Italia.
 
2010 febbraio ci lascia sotto il cielo della sua patria, a Santiago del Cile.
 
16 marzo 2019 Un leccio in ricordo di Rolando Toro
 
Parco del Vignone, Scandicci - Firenze www.vialeumanita.it
 
Inaugurazione del Viale dell’Umanità e dei Diritti Umani
 
Un viale di alberi dedicati ai primi 12 personaggi che con la loro opera hanno valorizzato la sacralità della vita, il valore dell’educare e la tutela dei diritti umani. Tra l’albero di Gandhi e quello di Martin Luther King, si trova il leccio di Rolando Toro.